Integrazione. Un’altra organizzazione, un altro modo di pensare

L’integrazione è uno dei principi cardine del pensiero sistemico: le diverse parti di un sistema si integrano per formare un intero che ha caratteristiche specifiche, che superano quelle delle singole parti. L’esempio più banale è l’organismo umano, dotato di capacità che nessuno degli organi dei quali è composto possiede singolarmente. In più, l’organismo umano (e probabilmente non solo quello) possiede una capacità emergente particolare, la coscienza, con caratteristiche peculiari non riconducibili totalmente a quelle del cervello e dei neuroni, tanto che ancora oggi non è stata individuata una sede fisica della coscienza.

Come si traduce tutto questo a livello aziendale?

1. Integrazione sistemica

L’idea  non è nuova: passare da un sistema guidato dalle funzioni a un sistema cross-funzionale. Il passato è chiaro (i cosiddetti “silos” funzionali) così come i suoi problemi (difficoltà di dialogo tra le funzioni, obiettivi diversi e spesso contrastanti, competizione non sana etc.), ma le soluzioni, alchimie organizzative spesso complicate (ad esempio organizzazioni matriciali) non hanno risolto il problema e talvolta hanno solo aggiunto difficoltà ulteriori.

La soluzione oggi proposta da alcuni modelli è ancora più radicale: niente più funzioni (HR, finance, marketing etc.), le attività di HR, finance, marketing etc. sono inserite nei team auto-organizzati e svolte non da specialisti ma da membri del team che svolgono quell’attività e magari non in modo continuativo. Spaventosa? Forse perché anche il nostro sistema di formazione privilegia la specializzazione e la costruzione di culture professionali (e dei relativi linguaggi “esoterici”). Ma in un mondo in costante evoluzione, dove i mestieri cambiano rapidamente, la specializzazione estrema è ancora la strada da seguire?

2. Pensiero interno 

Come il corpo umano non è solo un organismo, ma anche una coscienza, così l’azienda non ha solo strutture e sistemi, ma anche una sua “coscienza”, la sua cultura organizzativa. Una cultura organizzativa di tipo sistemico si basa sul principio che è la struttura dei sistemi che ne determina il comportamento; in altre parole la causa di ciò che succede non è una forza esterna che non possiamo controllare, ma un insieme di processi, competenze, valori, politiche e modelli di management che possiamo gestire e modificare; non c’è un colpevole (lo stato, il cliente, il mercato, l’Europa etc.) di cui siamo le vittime, l’azienda è artefice del proprio destino. Solo quando ci si sente parte del problema, si può trovare una soluzione.

3. Cambiamento della relazione Sé-Sistema

Il cambio che avviene a livello organizzativo (da vittime di forze esterne ad autori del proprio futuro) vale anche per le persone dell’organizzazione.  Queste devono sentirsi responsabili del comportamento del sistema di cui fanno parte (il team, l’organizzazione) e dei risultati che ottiene.

Il sistema non è più qualcosa di esterno (che sta al di fuori di me) ma interno (include anche me). È questo cambiamento che permette di pensare veramente in modo sistemico: riesco a vedere i collegamenti tra le parti e a comprendere il mio ruolo nel sistema, io sono parte integrante del sistema, ho un ruolo nel co-creare e nel co-attuare il sistema. Il sistema emerge dalle scelte che faccio e dalle relazioni che scelgo di instaurare con i miei colleghi, i miei collaboratori, i clienti, il mio capo. Con le mie azioni contribuisco a causare i problemi che stiamo affrontando oggi e tutto ciò che accade nel sistema, ma posso anche contribuire alle soluzioni.

Vedere come il proprio lavoro si collega all’intero sistema, il suo senso nel contesto, permette di lavorare meglio, con meno sforzo. È importante perciò che tutte le persone dell’organizzazione si sentano incluse, coinvolte, “ingaggiate”.

4 . Siamo parte di un unico sistema

Ogni essere umano un sistema complesso fatto di molte parti (i nostri organi, le nostre cellule, le nostre molecole, i nostri atomi, le nostre minuscole particelle elementari). Allo stesso tempo, noi stessi siamo organi del nostro team, cellule della nostra organizzazione, molecole della società della quale facciamo parte, atomi di quel grande ecosistema che è il pianeta Terra, minuscole – ma ognuno a sua modo essenziale – particelle dell’universo.

La consapevolezza di fare parte di un unico sistema (che non finisce con i confini organizzativi) ci rende responsabili non solo nei confronti della nostra squadra di lavoro e della nostra azienda, ma anche nei confronti della società di cui facciamo parte e del nostro pianeta Terra, e in particolare, di quella parte d’Universo che sono le generazioni future.

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