Psicoterapia

Psicoterapia: dalla cura dei sintomi alla ricerca di Sé

Psicoterapia è un termine che deriva dal greco antico e significa letteralmente cura dell’anima.

Solitamente si inizia una psicoterapia con l’obiettivo di guarire dai sintomi che si avvertono (ansia, fobie, depressione…) e dalla sofferenza che provocano. Il terapeuta aiuta il paziente a prendere consapevolezza dei propri sintomi, ad affrontarli, a superarli o quantomeno a limitare il più possibile il loro effetto nella sua vita.

Ma nella sofferenza del paziente c’è qualcosa di più del dolore, c’è un bisogno di cambiamento, di realizzazione, ci sono nuove possibilità. Ogni sintomo e ogni disturbo ha quindi uno scopo e un senso, una ricchezza di significati che possono essere compresi. 

La psicoterapia non si rivolge quindi solo al disturbo o al sintomo, ma all’individuo, nella sua totalità, con l’obiettivo di trovare le sue potenzialità. L’obiettivo non è la sola sopravvivenza e l’adattamento, ma l’individuazione, la ricerca del proprio vero Sé.

Pertanto, la terapia è diversa per ogni individuo. La soluzione al problema portato dal paziente è sempre individuale.

Nel presente. Insieme.

Il motivo fondamentale della sofferenza non è nel passato (l’ambiente dove siamo cresciuti, i nostri genitori, i traumi subiti…), ma nel presente: il problema esiste in questo momento, il dolore lo proviamo proprio adesso, il momento critico è ora. Il trauma o qualsiasi altra difficoltà vissuta nel passato è solo il “terreno” sul quale la sofferenza è cresciuta. La concentrazione, pertanto, è sempre su cosa serve nel qui ed ora, cercando di dare la risposta al problema attuale del paziente.

Per fare questo lo psicoterapeuta è coinvolto nella terapia. Questo è l’unico modo per entrare in contatto in modo autentico con la sofferenza del paziente. La terapia segue una modello relazionale, basato sull’interazione attiva e sullo scambio profondo tra terapeuta e paziente.

La psicoterapia funziona?

Una delle obiezioni più frequenti alla psicoterapia è che si tratti solo di parole e pertanto non serva a nulla. Come è possibile che un’ora di colloquio alla settimana possa alleviare la sua sofferenza o addirittura cambiare la vita di una persona?

Come può la psicoterapia fare questo?

La psicoterapia può farlo perché è una sorta di laboratorio nel quale è possibile sperimentare nuove modalità di vivere le proprie emozioni e i propri pensieri o di riscoprirne altre per qualche motivo dimenticate o non utilizzate appieno,  in un contesto libero e al tempo stesso protetto, con il supporto di un professionista in grado di facilitare l’emergere o il rinascere di energie, risorse e capacità.

Lo psicoterapeuta si avvale nella terapia di una mappa di conoscenze, formata nel corso di un percorso di studi approfondito di almeno nove anni tra studi universitari e scuola di specializzazione, e di una serie di strumenti, ovvero di tecniche acquisite nel corso della propria esperienza professionale.

Nel corso della psicoterapia è possibile acquisire una maggiore consapevolezza di sé stessi (delle proprie risorse ma anche dei propri limiti), ritrovare la propria autenticità, la propria direzione e l’energia vitale per percorrerla. Alla fine di questo percorso è possibile non solo “stare meno male” ma ritrovare la voglia di fare e creare e la capacità di amare e di aiutare gli altri.

Quanto dura una psicoterapia?

Non esiste una sola risposta, perchè la psicoterapia è sempre personalizzata in base alle esigenze del paziente. Ma è possibile indicare tre possibili percorsi con diverse durate che dipendono dall’impatto della crisi affrontata, dalla gravità dei sintomi e dell’intensità della sofferenza che portano.

  • Orientamento: un percorso breve, focalizzato, che aiuti ad affrontare un momento di transizione (un figlio in arrivo, la fine degli studi, la chiusura di una relazione…) e a riattivare le proprie energie.
  • Equilibrio: un percorso più lungo che aiuti la persona, che ha dovuto affrontare una prova di vita molto difficile (una separazione, un licenziamento, la perdita di una persona cara…), a ritrovare il proprio centro, il proprio equilibrio.
  • Direzione: un lavoro ancora più approfondito e più lungo se la crisi ha portato l’individuo a rimettere in discussione il proprio percorso, a porsi un meta diversa o a ricercare la propria piena realizzazione personale. 

Il mio approccio

Nel laboratorio, ci vuole un approccio pratico. Per prima cosa cerco di comprendere la persona, la sua storia e il contesto nel quale oggi vive. Il secondo passo è fare in modo che possa ritrovare il proprio senso di “efficacia” nel mondo e il piacere di vivere.

Mi rivolgo ad adulti e coppie. Mi occupo di ansia, attacchi di panico, depressione e altri disturbi dell’umore, disturbi dell’alimentazione. disturbi di personalità e malattie psicosomatiche. 

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